Prima di arrivare ad un intervento chirurgico è quasi sempre opportuno sottoporsi a trattamenti conservativi, dai farmaci antinfiammatori all’uso di ortesi.
Come si manifesta la gonartrosi e quali sono i principali fattori di rischio?
Il sintomo più comune è il dolore. Vi sono poi l’impotenza funzionale, percepita come un senso di “pesantezza”, la rigidità articolare e il gonfiore. Solitamente questi sintomi sono sempre presenti. I principali fattori di rischio sono, invece, l’età, l’eccesso ponderale, ma anche traumatismi ripetuti, interventi pregressi e altre patologie osteoarticolari, come le artriti.
Colpisce in modo particolare gli adulti, ma anche i più giovani possono soffrirne?
Certo, i più giovani soffrono in particolare di artrosi femoro-rotulea, più frequente nelle donne perché dovuta al valgismo fisiologico.
La diagnosi precoce può migliorare la qualità della vita e ritardare un eventuale intervento chirurgico: quali sono le analisi e i controlli da fare?
Senz’altro individuare, già in età giovanile, in particolare nei giovani atleti professionisti e non, un fattore di predisposizione come il “conflitto femoro-rotuleo”, aiuta a ritardare un processo artrosico e l’eventuale intervento chirurgico. È sempre opportuno sottoporsi a una visita specialistica ortopedica o fisiatrica prima di effettuare qualsiasi tipo di indagine strumentale. L’esame obiettivo del medico è lo strumento fondamentale per orientarsi verso una diagnosi differenziale. Anche perché, ricordiamo che possono essere tante le patologie a carico del ginocchio.
In quali casi è necessario sottoporsi a chirurgia? E in quali il trattamento conservativo è il più indicato?
L’intervento chirurgico, che va da una protesi totale a quella compartimentale piuttosto che a una “pulizia” artroscopica, trova indicazione laddove fallisce la terapia conservativa. Prima di arrivare alla chirurgia è quasi sempre opportuno sottoporsi a trattamenti conservativi, dai farmaci antinfiammatori agli integratori alimentari condroprotettori; dalle infiltrazioni articolari di cortisoni all’acido ialuronico fino al PRP (plasma ricco di piastrine), alla fisiokinesiterapia e all’uso di ortesi.
I tutori ortopedici possono essere alleati nel trattamento?
I tutori sono un valido aiuto in tutte le forme di gonartrosi, dalle più lievi alle più gravi, laddove è controindicata la chirurgia per altri fattori di rischio.
FGP ha progettato la linea di tutori per il ginocchio OA, indicati nel trattamento della gonartrosi: quali sono le sue impressioni?
Nelle forme lievi trovo molto performante il modello Light OA, leggero e di largo impiego anche per coloro che non rinunciano all’attività sportiva o a una passeggiata sostenuta. Nelle forme di medio grado con maggiore instabilità in varo-valgo, sicuramente il modello Soft OA permette di dare maggiore stabilità e ridurre l’attrito tra piatto tibiale e condilo femorale. Nei casi in cui ci troviamo di fronte ad un paziente con grado severo di gonartrosi non operabile, il modello M.4®s OA Comfort è quello indicato. È più stabile e facilmente tollerato anche per lunghi periodi dai pazienti, in questo caso più anziani, che dovranno imparare a convivere con il loro problema.
Siamo il primo Paese in Europa ad aver approvato un piano specifico a partire dallo studio dell’influenza delle differenze biologiche, socio-economiche e culturali sullo stato di salute e di malattia di ogni persona. In ambito ortopedico la SIOT quest’anno ha istituito la Commissione Pari Opportunità e Medicina di Genere. Sul fronte salute: le donne vivono di più ma si ammalano più degli uomini.
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Come si manifesta la gonartrosi e quali sono i principali fattori di rischio?
Il sintomo più comune è il dolore. Vi sono poi l’impotenza funzionale, percepita come un senso di “pesantezza”, la rigidità articolare e il gonfiore. Solitamente questi sintomi sono sempre presenti. I principali fattori di rischio sono, invece, l’età, l’eccesso ponderale, ma anche traumatismi ripetuti, interventi pregressi e altre patologie osteoarticolari, come le artriti.
Colpisce in modo particolare gli adulti, ma anche i più giovani possono soffrirne?
Certo, i più giovani soffrono in particolare di artrosi femoro-rotulea, più frequente nelle donne perché dovuta al valgismo fisiologico.
La diagnosi precoce può migliorare la qualità della vita e ritardare un eventuale intervento chirurgico: quali sono le analisi e i controlli da fare?
Senz’altro individuare, già in età giovanile, in particolare nei giovani atleti professionisti e non, un fattore di predisposizione come il “conflitto femoro-rotuleo”, aiuta a ritardare un processo artrosico e l’eventuale intervento chirurgico. È sempre opportuno sottoporsi a una visita specialistica ortopedica o fisiatrica prima di effettuare qualsiasi tipo di indagine strumentale. L’esame obiettivo del medico è lo strumento fondamentale per orientarsi verso una diagnosi differenziale. Anche perché, ricordiamo che possono essere tante le patologie a carico del ginocchio.
In quali casi è necessario sottoporsi a chirurgia? E in quali il trattamento conservativo è il più indicato?
L’intervento chirurgico, che va da una protesi totale a quella compartimentale piuttosto che a una “pulizia” artroscopica, trova indicazione laddove fallisce la terapia conservativa. Prima di arrivare alla chirurgia è quasi sempre opportuno sottoporsi a trattamenti conservativi, dai farmaci antinfiammatori agli integratori alimentari condroprotettori; dalle infiltrazioni articolari di cortisoni all’acido ialuronico fino al PRP (plasma ricco di piastrine), alla fisiokinesiterapia e all’uso di ortesi.
I tutori ortopedici possono essere alleati nel trattamento?
I tutori sono un valido aiuto in tutte le forme di gonartrosi, dalle più lievi alle più gravi, laddove è controindicata la chirurgia per altri fattori di rischio.
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