Affidarsi allo specialista è la prima indicazione. Una diagnosi tempestiva e puntuale può evitare il rischio di sviluppare un'artrosi precoce.
Tra i traumi della mano, parlando di sport invernali, la più comune tra gli sciatori è la lesione di Stener, nota anche come “il pollice dello sciatore”: in cosa consiste esattamente?
È una lesione del legamento collaterale ulnare a cui può associarsi il distacco di un frammento osseo.
Si verifica anche nella pratica dello sci quando, durante una caduta, di riflesso tendiamo ad aprire la mano e a forzare l’apertura del pollice verso l’esterno.
Questa sollecitazione improvvisa può causare delle lacerazioni parziali del legamento o la sua rottura.
Non colpisce solo chi pratica sci, può riguardare tra gli altri anche i motociclisti quando, a seguito di una caduta, il pollice rimane accidentalmente incastrato nel manubrio.
Come si tratta?
La chirurgia è sempre necessaria, o si può adottare un approccio conservativo?
Nei casi di lacerazione parziale si procede con l’immobilizzazione del pollice per tre o quattro settimane. Nei casi di rottura è necessaria la riparazione del legamento con intervento chirurgico: si esegue un’incisione nella sede dell’instabilità, si individua il legamento danneggiato e lo si reinserisce nella sua posizione.
Nel caso in cui si verifichi anche il distacco di un frammento osseo dalla base della prima falange del pollice, sempre tramite piccoli sistemi di ancoraggio che affondano nell’osso e fili di sutura, si va ad intrappolare la bratina ossea e a rimetterla in posizione. Nel post chirurgico si prosegue con un’immobilizzazione di tre settimane, dopodiché si passa alla rieducazione con tutore, in genere una polsiera con primo dito incluso.
Spesso noi specialisti vediamo la frattura anche a distanza di due o tre settimane dall’infortunio. Ciò accade perché il paziente sottovaluta il trauma o perché, ad esempio, durante la valutazione del Pronto Soccorso, la lesione non viene correttamente riconosciuta. Più la diagnosi della lesione è tempestiva e puntuale, prima si riesce a trattarla in modo corretto.
Le persone in genere non sanno di avere questa lesione e dopo qualche tempo il dolore passa, ma permane un’instabilità: il pollice inizierà a dare problemi con il rischio di artrosi precoce e di un’accelerazione dei processi di usura delle componenti cartilaginee.
Come è consigliabile procedere?
Il consiglio migliore è affidarsi a uno specialista, maturando la consapevolezza che su una caduta da sci con interessamento del polso e del pollice, un difetto di guarigione può portare a problemi che perdureranno nel tempo.
Il secondo consiglio è di effettuare una radiografia.
Il terzo, di non limitarsi alla sola la valutazione del medico di Pronto Soccorso che potrebbe non essere anche specialista ortopedico: se non si è sicuri e permane il dolore è buona prassi chiedere anche un secondo parere, ricordandosi che una diagnosi precoce può fare la differenza.
L’importante è non sottovalutare il problema solo perché non si prova particolare dolore. Seguire le good practice è fondamentale, per il paziente e per lo specialista.
La lesione di Stener si può prevenire?
È importante indossare le protezioni, attenersi alle regole ed essere cauti.
Qual è il ruolo dei tutori nel trattamento di questa lesione?
Hanno un ruolo molto importante. La tendenza è di prescrivere l’immobilizzazione precoce, e il tutoraggio tende a ridurre tutta una serie di controindicazioni. Sempre di più, anche noi specialisti, cerchiamo di prescrivere, dove possibile, un tutore.
Un'ultima domanda sui tutori Dual Lock e Dual Lock Max di FGP: può dirci la sua impressione?
Li trovo geniali.
Nell’immediato post operatorio e nella fase di recupero o in caso di distorsioni importanti, sono grandi alleati nell’iter di recupero.
La scelta di progettare una versione più lunga e una più corta le rende applicabili a ogni età.
Tra i vantaggi: sono comode e veloci da indossare, di facile autogestione e ambidestre, il che le rende particolarmente valide e dall’ottimo rapporto qualità-prezzo.
Cresce il numero degli incidenti sulle piste. In aumento anche le lesioni traumatiche. I tutori, alleati nelle terapie conservative e nel post operatorio, aiutano a facilitare la ripresa e a sentirsi più sicuri.
>Affidarsi allo specialista è la prima indicazione. Una diagnosi tempestiva e puntuale può evitare il rischio di sviluppare un'artrosi precoce.
Tra i traumi della mano, parlando di sport invernali, la più comune tra gli sciatori è la lesione di Stener, nota anche come “il pollice dello sciatore”: in cosa consiste esattamente?
È una lesione del legamento collaterale ulnare a cui può associarsi il distacco di un frammento osseo.
Si verifica anche nella pratica dello sci quando, durante una caduta, di riflesso tendiamo ad aprire la mano e a forzare l’apertura del pollice verso l’esterno.
Questa sollecitazione improvvisa può causare delle lacerazioni parziali del legamento o la sua rottura.
Non colpisce solo chi pratica sci, può riguardare tra gli altri anche i motociclisti quando, a seguito di una caduta, il pollice rimane accidentalmente incastrato nel manubrio.
Come si tratta?
La chirurgia è sempre necessaria, o si può adottare un approccio conservativo?
Nei casi di lacerazione parziale si procede con l’immobilizzazione del pollice per tre o quattro settimane. Nei casi di rottura è necessaria la riparazione del legamento con intervento chirurgico: si esegue un’incisione nella sede dell’instabilità, si individua il legamento danneggiato e lo si reinserisce nella sua posizione.
Nel caso in cui si verifichi anche il distacco di un frammento osseo dalla base della prima falange del pollice, sempre tramite piccoli sistemi di ancoraggio che affondano nell’osso e fili di sutura, si va ad intrappolare la bratina ossea e a rimetterla in posizione. Nel post chirurgico si prosegue con un’immobilizzazione di tre settimane, dopodiché si passa alla rieducazione con tutore, in genere una polsiera con primo dito incluso.
Spesso noi specialisti vediamo la frattura anche a distanza di due o tre settimane dall’infortunio. Ciò accade perché il paziente sottovaluta il trauma o perché, ad esempio, durante la valutazione del Pronto Soccorso, la lesione non viene correttamente riconosciuta. Più la diagnosi della lesione è tempestiva e puntuale, prima si riesce a trattarla in modo corretto.
Le persone in genere non sanno di avere questa lesione e dopo qualche tempo il dolore passa, ma permane un’instabilità: il pollice inizierà a dare problemi con il rischio di artrosi precoce e di un’accelerazione dei processi di usura delle componenti cartilaginee.
Come è consigliabile procedere?
Il consiglio migliore è affidarsi a uno specialista, maturando la consapevolezza che su una caduta da sci con interessamento del polso e del pollice, un difetto di guarigione può portare a problemi che perdureranno nel tempo.
Il secondo consiglio è di effettuare una radiografia.
Il terzo, di non limitarsi alla sola la valutazione del medico di Pronto Soccorso che potrebbe non essere anche specialista ortopedico: se non si è sicuri e permane il dolore è buona prassi chiedere anche un secondo parere, ricordandosi che una diagnosi precoce può fare la differenza.
L’importante è non sottovalutare il problema solo perché non si prova particolare dolore. Seguire le good practice è fondamentale, per il paziente e per lo specialista.
La lesione di Stener si può prevenire?
È importante indossare le protezioni, attenersi alle regole ed essere cauti.
Qual è il ruolo dei tutori nel trattamento di questa lesione?
Hanno un ruolo molto importante. La tendenza è di prescrivere l’immobilizzazione precoce, e il tutoraggio tende a ridurre tutta una serie di controindicazioni. Sempre di più, anche noi specialisti, cerchiamo di prescrivere, dove possibile, un tutore.
Un'ultima domanda sui tutori Dual Lock e Dual Lock Max di FGP: può dirci la sua impressione?
Li trovo geniali.
Nell’immediato post operatorio e nella fase di recupero o in caso di distorsioni importanti, sono grandi alleati nell’iter di recupero.
La scelta di progettare una versione più lunga e una più corta le rende applicabili a ogni età.
Tra i vantaggi: sono comode e veloci da indossare, di facile autogestione e ambidestre, il che le rende particolarmente valide e dall’ottimo rapporto qualità-prezzo.
Cresce il numero degli incidenti sulle piste. In aumento anche le lesioni traumatiche. I tutori, alleati nelle terapie conservative e nel post operatorio, aiutano a facilitare la ripresa e a sentirsi più sicuri.
>Affidarsi allo specialista è la prima indicazione. Una diagnosi tempestiva e puntuale può evitare il rischio di sviluppare un'artrosi precoce.
Tra i traumi della mano, parlando di sport invernali, la più comune tra gli sciatori è la lesione di Stener, nota anche come “il pollice dello sciatore”: in cosa consiste esattamente?
È una lesione del legamento collaterale ulnare a cui può associarsi il distacco di un frammento osseo.
Si verifica anche nella pratica dello sci quando, durante una caduta, di riflesso tendiamo ad aprire la mano e a forzare l’apertura del pollice verso l’esterno.
Questa sollecitazione improvvisa può causare delle lacerazioni parziali del legamento o la sua rottura.
Non colpisce solo chi pratica sci, può riguardare tra gli altri anche i motociclisti quando, a seguito di una caduta, il pollice rimane accidentalmente incastrato nel manubrio.
Come si tratta?
La chirurgia è sempre necessaria, o si può adottare un approccio conservativo?
Nei casi di lacerazione parziale si procede con l’immobilizzazione del pollice per tre o quattro settimane. Nei casi di rottura è necessaria la riparazione del legamento con intervento chirurgico: si esegue un’incisione nella sede dell’instabilità, si individua il legamento danneggiato e lo si reinserisce nella sua posizione.
Nel caso in cui si verifichi anche il distacco di un frammento osseo dalla base della prima falange del pollice, sempre tramite piccoli sistemi di ancoraggio che affondano nell’osso e fili di sutura, si va ad intrappolare la bratina ossea e a rimetterla in posizione. Nel post chirurgico si prosegue con un’immobilizzazione di tre settimane, dopodiché si passa alla rieducazione con tutore, in genere una polsiera con primo dito incluso.
Spesso noi specialisti vediamo la frattura anche a distanza di due o tre settimane dall’infortunio. Ciò accade perché il paziente sottovaluta il trauma o perché, ad esempio, durante la valutazione del Pronto Soccorso, la lesione non viene correttamente riconosciuta. Più la diagnosi della lesione è tempestiva e puntuale, prima si riesce a trattarla in modo corretto.
Le persone in genere non sanno di avere questa lesione e dopo qualche tempo il dolore passa, ma permane un’instabilità: il pollice inizierà a dare problemi con il rischio di artrosi precoce e di un’accelerazione dei processi di usura delle componenti cartilaginee.
Come è consigliabile procedere?
Il consiglio migliore è affidarsi a uno specialista, maturando la consapevolezza che su una caduta da sci con interessamento del polso e del pollice, un difetto di guarigione può portare a problemi che perdureranno nel tempo.
Il secondo consiglio è di effettuare una radiografia.
Il terzo, di non limitarsi alla sola la valutazione del medico di Pronto Soccorso che potrebbe non essere anche specialista ortopedico: se non si è sicuri e permane il dolore è buona prassi chiedere anche un secondo parere, ricordandosi che una diagnosi precoce può fare la differenza.
L’importante è non sottovalutare il problema solo perché non si prova particolare dolore. Seguire le good practice è fondamentale, per il paziente e per lo specialista.
La lesione di Stener si può prevenire?
È importante indossare le protezioni, attenersi alle regole ed essere cauti.
Qual è il ruolo dei tutori nel trattamento di questa lesione?
Hanno un ruolo molto importante. La tendenza è di prescrivere l’immobilizzazione precoce, e il tutoraggio tende a ridurre tutta una serie di controindicazioni. Sempre di più, anche noi specialisti, cerchiamo di prescrivere, dove possibile, un tutore.
Un'ultima domanda sui tutori Dual Lock e Dual Lock Max di FGP: può dirci la sua impressione?
Li trovo geniali.
Nell’immediato post operatorio e nella fase di recupero o in caso di distorsioni importanti, sono grandi alleati nell’iter di recupero.
La scelta di progettare una versione più lunga e una più corta le rende applicabili a ogni età.
Tra i vantaggi: sono comode e veloci da indossare, di facile autogestione e ambidestre, il che le rende particolarmente valide e dall’ottimo rapporto qualità-prezzo.
Cresce il numero degli incidenti sulle piste. In aumento anche le lesioni traumatiche. I tutori, alleati nelle terapie conservative e nel post operatorio, aiutano a facilitare la ripresa e a sentirsi più sicuri.
>FGP S.R.L.
Via A. Volta 3, 37062 Dossobuono (VR) - Italia
Tel. +39 045 8600867 - Fax +39 045 8600835
Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Customer care FGP: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
C.F. e P.IVA: 03021630235
FGP S.R.L.
Via A. Volta 3, 37062 Dossobuono (VR) - Italia
Tel. +39 045 8600867 - Fax +39 045 8600835
Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Customer care FGP: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
C.F. e P.IVA: 03021630235