Le patologie dorso-lombari rappresentano oltre un terzo di tutti i disturbi muscoloscheletrici legati al lavoro. La terapia conservativa e la chirurgia possono svolgere un importante ruolo di supporto ma è necessaria la prevenzione.
In Italia, oltre tre milioni di lavoratori eseguono movimenti ripetitivi e quasi la metà svolge mansioni pesanti e in posizioni faticose registrando elevati tassi di lesioni traumatiche alla colonna vertebrale.
Un problema ad altissimo impatto sociale ed economico, se si considera che nel 2017 il dolore dorso-lombare è stato la principale causa di assenza per malattia e secondo l’ultimo studio promosso da GSK Consumer Healthcare, ha avuto nel nostro Paese un peso pari a 7,9 miliardi di euro per quanto riguarda l’utilizzo delle risorse sanitarie e previdenziali.
Sono le lombalgie di tipo meccanico-discale le malattie professionali più diffuse che, come spiega il dr. Fabio De Salvo, specialista in chirurgia ortopedica, traumatologia e chirurgia vertebrale al CTO di Torino, “originano da una degenerazione del disco intervertebrale la quale, in primo luogo, attraverso un meccanismo mediato da cataboliti infiammatori, provoca l’iperattivazione delle fibre nervose insite nello stesso disco, scatenando dolore. In secondo luogo, la progressiva micro o macro instabilità meccanica del segmento di moto vertebrale secondaria alla stessa degenerazione discale, può anch'essa essere causa di dolore. Tutti questi meccanismi si associano a una contrattura di difesa dei muscoli paravertebrali, associata spesso a un’alterazione posturale antalgica, entrambe concause nella genesi del dolore lombare meccanico. A queste, inoltre, possono associarsi le lombalgie con disturbi neurologici, che nascono da una sofferenza più avanzata del disco intervertebrale che comprime e infiamma le radici spinali contenute all’interno del canale vertebrale, generando, a seconda del livello a cui si verificano, delle sintomatologie di tipo sciatalgico e di tipo cruralgico. Le categorie che abbiamo individuato come maggiormente “a rischio” sono gli operai, i carpentieri, i manovali, ma anche gli autisti”.
Se per i lavoratori dell’edilizia sono la movimentazione manuale dei carichi, i frequenti e ripetuti movimenti di piegamento e rotazione, e il lavoro fisico pesante a costituire le cause principali dell’insorgere di tali patologie, per gli autisti esse sono da ricercarsi nell'esposizione a sollecitazioni meccaniche assiali reiterate in presenza di una posizione a seduta verticale prolungata con muscoli del cingolo pelvico inattivi. A tali fattori si aggiungono inoltre “la pre-esistenza di concause come l’obesità, l’età o la deformità del rachide, di concause congenite o acquisite, come la scoliosi o l’ipercifosi dorsale, le quali alterando l'equilibrio biomeccanico dell'intera colonna, predispongono allo sviluppo di patologie discali o articolari posteriori.”, afferma il dr. De Salvo.
La maggior parte dei disturbi dorso-lombari si manifesta in episodi acuti che, se ignorati e non trattati correttamente, rischiano di intensificarsi nel tempo. In quest’ottica diventa cruciale da parte dei professionisti un'accurata informazione che fornisca ai pazienti messaggi coerenti sulla prevenzione e sui trattamenti più appropriati, di tipo motorio e ortopedico. “La prevenzione può essere eseguita svolgendo attività fisica generale più o meno costante – ricorda il dr. De Salvo – tramite la corretta gestione del sovrappeso e l'osservazione di adeguate norme di igiene posturale, specie da parte delle persone e delle categorie a rischio. Tali norme, in particolare, possono essere insegnate da personale competente, come kinesiologi e fisioterapisti, e vanno applicate nella vita quotidiana, così come nello svolgimento di attività lavorative particolari. È consigliabile anche l’utilizzo di presidi ortopedici, corsetti o busti dinamici, che scaricano meccanicamente le strutture disco-articolari, supportando la muscolatura del paziente”.
L’uso dei corsetti rappresenta una soluzione a scopo preventivo sia per le persone a rischio, sia per chi per età, patologie pregresse o mansioni pesanti o di tipo usurante continuativo, è più soggetto allo sviluppo di determinate patologie dorso-lombari. Ed è ancora più indicato nei soggetti che soffrono di episodi acuti o ricorrenti di lombalgie o lombosciatalgie, in quanto riescono ad alleviare il dolore e consentono ai lavoratori di tornare a svolgere le proprie mansioni. Tuttavia, affinché il corsetto lavori nel modo migliore senza trasformarsi in un sostituto della muscolatura, occorre la massima chiarezza in fase di prescrizione, come precisa il dr. De Salvo: “Evito di prescrivere il busto per periodi lunghi, perché predisporrebbe il paziente a uno stato di ipotonia dei muscoli. La soluzione migliore è prescriverne l’uso in momenti specifici, e cioè in tutte le situazioni stressanti per la colonna: lunghi tragitti in auto, o situazioni lavorative che possano sovraccaricare il rachide. Nella fase di remissione della sintomatologia dolorosa, invece, suggerisco il ricorso alla fisioterapia onde evitare la perdita di tono-trofismo di quei gruppi muscolari che, in condizioni fisiologiche rappresentano il principale elemento anatomico di protezione e prevenzione”.
Ho avuto modo di conoscere questa linea in fase di lancio, direttamente in azienda.
La reputo una gamma all’avanguardia, sia per concezione strutturale, grazie alla presenza di tessuti differenziati, sia per la presenza di tiranti regolabili in zone strategiche che possono essere attivati o meno a seconda della richiesta funzionale. La presenza dei tiranti, sia in termini di numero che di collocamento, è tale che consente di simulare con sempre maggiore efficacia la funzione dei gruppi muscolari che sostengono la colonna. Non ultimo, l’utilizzo dei tessuti compositi, soprattutto in questa linea con la tramatura in argento, ne aumenta gli standard di igiene, le capacità di traspirazione, la resistenza all’usura meccanica nel tempo.
Tutti questi aspetti rappresentano un grande passo avanti in un settore in cui la scienza e la tecnologia stanno facendo grandi progressi. In particolare, ritengo la presenza del filato in argento un vero valore aggiunto, magari meno tangibile rispetto alla migliore ergonomia ma concettualmente da non sottovalutare nella scelta di un corsetto.
Le patologie dorso-lombari rappresentano oltre un terzo di tutti i disturbi muscoloscheletrici legati al lavoro. La terapia conservativa e la chirurgia possono svolgere un importante ruolo di supporto ma è necessaria la prevenzione.
In Italia, oltre tre milioni di lavoratori eseguono movimenti ripetitivi e quasi la metà svolge mansioni pesanti e in posizioni faticose registrando elevati tassi di lesioni traumatiche alla colonna vertebrale.
Un problema ad altissimo impatto sociale ed economico, se si considera che nel 2017 il dolore dorso-lombare è stato la principale causa di assenza per malattia e secondo l’ultimo studio promosso da GSK Consumer Healthcare, ha avuto nel nostro Paese un peso pari a 7,9 miliardi di euro per quanto riguarda l’utilizzo delle risorse sanitarie e previdenziali.
Sono le lombalgie di tipo meccanico-discale le malattie professionali più diffuse che, come spiega il dr. Fabio De Salvo, specialista in chirurgia ortopedica, traumatologia e chirurgia vertebrale al CTO di Torino, “originano da una degenerazione del disco intervertebrale la quale, in primo luogo, attraverso un meccanismo mediato da cataboliti infiammatori, provoca l’iperattivazione delle fibre nervose insite nello stesso disco, scatenando dolore. In secondo luogo, la progressiva micro o macro instabilità meccanica del segmento di moto vertebrale secondaria alla stessa degenerazione discale, può anch'essa essere causa di dolore. Tutti questi meccanismi si associano a una contrattura di difesa dei muscoli paravertebrali, associata spesso a un’alterazione posturale antalgica, entrambe concause nella genesi del dolore lombare meccanico. A queste, inoltre, possono associarsi le lombalgie con disturbi neurologici, che nascono da una sofferenza più avanzata del disco intervertebrale che comprime e infiamma le radici spinali contenute all’interno del canale vertebrale, generando, a seconda del livello a cui si verificano, delle sintomatologie di tipo sciatalgico e di tipo cruralgico. Le categorie che abbiamo individuato come maggiormente “a rischio” sono gli operai, i carpentieri, i manovali, ma anche gli autisti”.
Se per i lavoratori dell’edilizia sono la movimentazione manuale dei carichi, i frequenti e ripetuti movimenti di piegamento e rotazione, e il lavoro fisico pesante a costituire le cause principali dell’insorgere di tali patologie, per gli autisti esse sono da ricercarsi nell'esposizione a sollecitazioni meccaniche assiali reiterate in presenza di una posizione a seduta verticale prolungata con muscoli del cingolo pelvico inattivi. A tali fattori si aggiungono inoltre “la pre-esistenza di concause come l’obesità, l’età o la deformità del rachide, di concause congenite o acquisite, come la scoliosi o l’ipercifosi dorsale, le quali alterando l'equilibrio biomeccanico dell'intera colonna, predispongono allo sviluppo di patologie discali o articolari posteriori.”, afferma il dr. De Salvo.
La maggior parte dei disturbi dorso-lombari si manifesta in episodi acuti che, se ignorati e non trattati correttamente, rischiano di intensificarsi nel tempo. In quest’ottica diventa cruciale da parte dei professionisti un'accurata informazione che fornisca ai pazienti messaggi coerenti sulla prevenzione e sui trattamenti più appropriati, di tipo motorio e ortopedico. “La prevenzione può essere eseguita svolgendo attività fisica generale più o meno costante – ricorda il dr. De Salvo – tramite la corretta gestione del sovrappeso e l'osservazione di adeguate norme di igiene posturale, specie da parte delle persone e delle categorie a rischio. Tali norme, in particolare, possono essere insegnate da personale competente, come kinesiologi e fisioterapisti, e vanno applicate nella vita quotidiana, così come nello svolgimento di attività lavorative particolari. È consigliabile anche l’utilizzo di presidi ortopedici, corsetti o busti dinamici, che scaricano meccanicamente le strutture disco-articolari, supportando la muscolatura del paziente”.
L’uso dei corsetti rappresenta una soluzione a scopo preventivo sia per le persone a rischio, sia per chi per età, patologie pregresse o mansioni pesanti o di tipo usurante continuativo, è più soggetto allo sviluppo di determinate patologie dorso-lombari. Ed è ancora più indicato nei soggetti che soffrono di episodi acuti o ricorrenti di lombalgie o lombosciatalgie, in quanto riescono ad alleviare il dolore e consentono ai lavoratori di tornare a svolgere le proprie mansioni. Tuttavia, affinché il corsetto lavori nel modo migliore senza trasformarsi in un sostituto della muscolatura, occorre la massima chiarezza in fase di prescrizione, come precisa il dr. De Salvo: “Evito di prescrivere il busto per periodi lunghi, perché predisporrebbe il paziente a uno stato di ipotonia dei muscoli. La soluzione migliore è prescriverne l’uso in momenti specifici, e cioè in tutte le situazioni stressanti per la colonna: lunghi tragitti in auto, o situazioni lavorative che possano sovraccaricare il rachide. Nella fase di remissione della sintomatologia dolorosa, invece, suggerisco il ricorso alla fisioterapia onde evitare la perdita di tono-trofismo di quei gruppi muscolari che, in condizioni fisiologiche rappresentano il principale elemento anatomico di protezione e prevenzione”.
Ho avuto modo di conoscere questa linea in fase di lancio, direttamente in azienda.
La reputo una gamma all’avanguardia, sia per concezione strutturale, grazie alla presenza di tessuti differenziati, sia per la presenza di tiranti regolabili in zone strategiche che possono essere attivati o meno a seconda della richiesta funzionale. La presenza dei tiranti, sia in termini di numero che di collocamento, è tale che consente di simulare con sempre maggiore efficacia la funzione dei gruppi muscolari che sostengono la colonna. Non ultimo, l’utilizzo dei tessuti compositi, soprattutto in questa linea con la tramatura in argento, ne aumenta gli standard di igiene, le capacità di traspirazione, la resistenza all’usura meccanica nel tempo.
Tutti questi aspetti rappresentano un grande passo avanti in un settore in cui la scienza e la tecnologia stanno facendo grandi progressi. In particolare, ritengo la presenza del filato in argento un vero valore aggiunto, magari meno tangibile rispetto alla migliore ergonomia ma concettualmente da non sottovalutare nella scelta di un corsetto.
Le patologie dorso-lombari rappresentano oltre un terzo di tutti i disturbi muscoloscheletrici legati al lavoro. La terapia conservativa e la chirurgia possono svolgere un importante ruolo di supporto ma è necessaria la prevenzione.
In Italia, oltre tre milioni di lavoratori eseguono movimenti ripetitivi e quasi la metà svolge mansioni pesanti e in posizioni faticose registrando elevati tassi di lesioni traumatiche alla colonna vertebrale.
Un problema ad altissimo impatto sociale ed economico, se si considera che nel 2017 il dolore dorso-lombare è stato la principale causa di assenza per malattia e secondo l’ultimo studio promosso da GSK Consumer Healthcare, ha avuto nel nostro Paese un peso pari a 7,9 miliardi di euro per quanto riguarda l’utilizzo delle risorse sanitarie e previdenziali.
Sono le lombalgie di tipo meccanico-discale le malattie professionali più diffuse che, come spiega il dr. Fabio De Salvo, specialista in chirurgia ortopedica, traumatologia e chirurgia vertebrale al CTO di Torino, “originano da una degenerazione del disco intervertebrale la quale, in primo luogo, attraverso un meccanismo mediato da cataboliti infiammatori, provoca l’iperattivazione delle fibre nervose insite nello stesso disco, scatenando dolore. In secondo luogo, la progressiva micro o macro instabilità meccanica del segmento di moto vertebrale secondaria alla stessa degenerazione discale, può anch'essa essere causa di dolore. Tutti questi meccanismi si associano a una contrattura di difesa dei muscoli paravertebrali, associata spesso a un’alterazione posturale antalgica, entrambe concause nella genesi del dolore lombare meccanico. A queste, inoltre, possono associarsi le lombalgie con disturbi neurologici, che nascono da una sofferenza più avanzata del disco intervertebrale che comprime e infiamma le radici spinali contenute all’interno del canale vertebrale, generando, a seconda del livello a cui si verificano, delle sintomatologie di tipo sciatalgico e di tipo cruralgico. Le categorie che abbiamo individuato come maggiormente “a rischio” sono gli operai, i carpentieri, i manovali, ma anche gli autisti”.
Se per i lavoratori dell’edilizia sono la movimentazione manuale dei carichi, i frequenti e ripetuti movimenti di piegamento e rotazione, e il lavoro fisico pesante a costituire le cause principali dell’insorgere di tali patologie, per gli autisti esse sono da ricercarsi nell'esposizione a sollecitazioni meccaniche assiali reiterate in presenza di una posizione a seduta verticale prolungata con muscoli del cingolo pelvico inattivi. A tali fattori si aggiungono inoltre “la pre-esistenza di concause come l’obesità, l’età o la deformità del rachide, di concause congenite o acquisite, come la scoliosi o l’ipercifosi dorsale, le quali alterando l'equilibrio biomeccanico dell'intera colonna, predispongono allo sviluppo di patologie discali o articolari posteriori.”, afferma il dr. De Salvo.
La maggior parte dei disturbi dorso-lombari si manifesta in episodi acuti che, se ignorati e non trattati correttamente, rischiano di intensificarsi nel tempo. In quest’ottica diventa cruciale da parte dei professionisti un'accurata informazione che fornisca ai pazienti messaggi coerenti sulla prevenzione e sui trattamenti più appropriati, di tipo motorio e ortopedico. “La prevenzione può essere eseguita svolgendo attività fisica generale più o meno costante – ricorda il dr. De Salvo – tramite la corretta gestione del sovrappeso e l'osservazione di adeguate norme di igiene posturale, specie da parte delle persone e delle categorie a rischio. Tali norme, in particolare, possono essere insegnate da personale competente, come kinesiologi e fisioterapisti, e vanno applicate nella vita quotidiana, così come nello svolgimento di attività lavorative particolari. È consigliabile anche l’utilizzo di presidi ortopedici, corsetti o busti dinamici, che scaricano meccanicamente le strutture disco-articolari, supportando la muscolatura del paziente”.
L’uso dei corsetti rappresenta una soluzione a scopo preventivo sia per le persone a rischio, sia per chi per età, patologie pregresse o mansioni pesanti o di tipo usurante continuativo, è più soggetto allo sviluppo di determinate patologie dorso-lombari. Ed è ancora più indicato nei soggetti che soffrono di episodi acuti o ricorrenti di lombalgie o lombosciatalgie, in quanto riescono ad alleviare il dolore e consentono ai lavoratori di tornare a svolgere le proprie mansioni. Tuttavia, affinché il corsetto lavori nel modo migliore senza trasformarsi in un sostituto della muscolatura, occorre la massima chiarezza in fase di prescrizione, come precisa il dr. De Salvo: “Evito di prescrivere il busto per periodi lunghi, perché predisporrebbe il paziente a uno stato di ipotonia dei muscoli. La soluzione migliore è prescriverne l’uso in momenti specifici, e cioè in tutte le situazioni stressanti per la colonna: lunghi tragitti in auto, o situazioni lavorative che possano sovraccaricare il rachide. Nella fase di remissione della sintomatologia dolorosa, invece, suggerisco il ricorso alla fisioterapia onde evitare la perdita di tono-trofismo di quei gruppi muscolari che, in condizioni fisiologiche rappresentano il principale elemento anatomico di protezione e prevenzione”.
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