Sono sempre più frequenti i casi fra chi non ha ancora compiuto i 50 anni. Il dr. Sergio Crimaldi, specialista in chirurgia ortopedica e traumatologia di Fondazione Humanitas, ci spiega perché è bene non sottovalutare i sintomi e l’importanza dei tutori ortopedici nel contrastare il dolore articolare.
Chi pensa che l’artrosi del ginocchio sia una patologia dovuta solo all’avanzare dell’età si sbaglia. I numeri parlano di milioni di italiani colpiti di cui la maggior parte over 60, ma le fila sempre più numerose dei pazienti al di sotto dei 50 anni suggeriscono che potrebbe non essere solo conseguenza dell’invecchiamento o dell’obesità.
“Anche se comunemente si pensa che l’artrosi del ginocchio dipenda unicamente da fattori esterni, oggi sappiamo che può dipendere da due grandi gruppi di cause: genetiche e ambientali”. - afferma il dr. Sergio Crimaldi, specialista in chirurgia ortopedica e traumatologia presso Fondazione Humanitas -“Le prime segnano una predisposizione all’insorgere della malattia, ed è proprio in questi casi che i sintomi iniziano a manifestarsi già in età giovanile o adulta.
Le cause ambientali invece comprendono tutti quei fattori esterni, come il peso corporeo o l’eccessiva sollecitazione del ginocchio, che vanno ad influenzare l’organismo. In questo caso la malattia si manifesta di norma in un’età più avanzata.
Cause genetiche e ambientali talvolta possono però apparire contemporaneamente, con prevalenza dell’una o dell’altra, determinando il profilo della malattia. Esistono cinque sottocategorie di atrosi del ginocchio e ciascuna prevede un trattamento specifico”.
L’artrosi del ginocchio è una patologia degenerativa cronica invalidante caratterizzata dal deterioramento della cartilagine e incide fortemente sulla qualità di vita del malato.
Tuttavia, proprio a causa della sua ordinarietà, la sua gravità è spesso sottovalutata e lo è anche la prevenzione. “è una malattia tendenzialmente evolutiva e proprio per questo è importante tener conto dei primi sintomi”. - puntualizza il dr. Crimaldi e continua - “L’impatto iniziale può essere minimo, nel senso che il soggetto artrosico può accusare piccoli impedimenti e fastidi che però non vanno trascurati perché, essendo la malattia cronica, possono portare nel tempo a serie difficoltà di deambulazione e quindi a una condizione di reale disabilità”.
Rigidità, dolore articolare e immobilità notturna sono i campanelli di allarme. Alle prime avvisaglie è buona norma rivolgersi a uno specialista per un’attenta valutazione clinica. “Tradizionalmente la diagnosi avviene tramite radiografia” - spiega il dr. Crimaldi - “Oggi però, sappiamo che la patologia può manifestarsi in un primo momento con stati di natura infiammatoria, e quindi anche la risonanza sta iniziando ad assumere un ruolo importante”.
L’approccio preventivo mira a contenere la progressione della malattia attraverso il controllo dell’alimentazione e dell’attività fisica, ma nella maggior parte dei casi si rendono necessarie terapie integrate e multidisciplinari tra specialista ortopedico e fisioterapista.
“Ciascun caso è a sé. Non esiste una terapia valida per tutti, ma una cura giusta per ogni caso specifico.” - sottolinea il dr. Crimaldi - “Per quanto riguarda la prevenzione, quando le cause sono genetiche ci è ancora impossibile intervenire, anche se si stanno facendo diversi passi avanti grazie alle terapie geniche”. E precisa: “In tutti i soggetti l’artrosi del ginocchio evolve con un’alterazione verso l’interno o verso l’esterno del ginocchio e si parla rispettivamente di ginocchio valgo e di ginocchio varo. Grande sollievo si ottiene agendo su questi assi, ripristinando il corretto allineamento della gamba. Nel contempo si rendono necessarie anche terapie farmacologiche a base di antinfiammatori o terapie fisioterapiche, che contribuiscono ad alleviare il dolore e al ripristino della mobilità”.
Un ausilio indispensabile al soggetto artrosico nella vita di tutti i giorni è rappresentato dai tutori ortopedici, come sottolinea il dr. Crimaldi: “Si tratta di un ottimo coadiuvante nel trattamento dell’artrosi del ginocchio proprio per quanto riguarda il riposizionamento della gamba e dell’articolazione”.
Modellati su misura e concepiti a garanzia di comfort, i tutori di ultima generazione contribuiscono a restituire il giusto supporto all’articolazione danneggiata, a beneficio di chi li indossa. “I modelli più evoluti permettono di correggere la tendenza del ginocchio a spostarsi verso l’interno o l’esterno, ed è possibile far deambulare il paziente senza dolore.
Uno dei grandi impedimenti che affligge le persone affette da artrosi del ginocchio è la sensazione di perenne insicurezza nei movimenti. I tutori grazie alla loro azione contenitiva, stabilizzano il ginocchio e donano maggior sicurezza al paziente”.
L’artrosi del ginocchio è una patologia degenerativa cronica invalidante caratterizzata dal deterioramento della cartilagine e incide fortemente sulla qualità di vita del malato.
Tuttavia, proprio a causa della sua ordinarietà, la sua gravità è spesso sottovalutata e lo è anche la prevenzione. “è una malattia tendenzialmente evolutiva e proprio per questo è importante tener conto dei primi sintomi”. - puntualizza il dr. Crimaldi e continua - “L’impatto iniziale può essere minimo, nel senso che il soggetto artrosico può accusare piccoli impedimenti e fastidi che però non vanno trascurati perché, essendo la malattia cronica, possono portare nel tempo a serie difficoltà di deambulazione e quindi a una condizione di reale disabilità”.
Rigidità, dolore articolare e immobilità notturna sono i campanelli di allarme. Alle prime avvisaglie è buona norma rivolgersi a uno specialista per un’attenta valutazione clinica. “Tradizionalmente la diagnosi avviene tramite radiografia” - spiega il dr. Crimaldi - “Oggi però, sappiamo che la patologia può manifestarsi in un primo momento con stati di natura infiammatoria, e quindi anche la risonanza sta iniziando ad assumere un ruolo importante”.
L’approccio preventivo mira a contenere la progressione della malattia attraverso il controllo dell’alimentazione e dell’attività fisica, ma nella maggior parte dei casi si rendono necessarie terapie integrate e multidisciplinari tra specialista ortopedico e fisioterapista.
“Ciascun caso è a sé. Non esiste una terapia valida per tutti, ma una cura giusta per ogni caso specifico.” - sottolinea il dr. Crimaldi - “Per quanto riguarda la prevenzione, quando le cause sono genetiche ci è ancora impossibile intervenire, anche se si stanno facendo diversi passi avanti grazie alle terapie geniche”. E precisa: “In tutti i soggetti l’artrosi del ginocchio evolve con un’alterazione verso l’interno o verso l’esterno del ginocchio e si parla rispettivamente di ginocchio valgo e di ginocchio varo. Grande sollievo si ottiene agendo su questi assi, ripristinando il corretto allineamento della gamba. Nel contempo si rendono necessarie anche terapie farmacologiche a base di antinfiammatori o terapie fisioterapiche, che contribuiscono ad alleviare il dolore e al ripristino della mobilità”.
Un ausilio indispensabile al soggetto artrosico nella vita di tutti i giorni è rappresentato dai tutori ortopedici, come sottolinea il dr. Crimaldi: “Si tratta di un ottimo coadiuvante nel trattamento dell’artrosi del ginocchio proprio per quanto riguarda il riposizionamento della gamba e dell’articolazione”.
Modellati su misura e concepiti a garanzia di comfort, i tutori di ultima generazione contribuiscono a restituire il giusto supporto all’articolazione danneggiata, a beneficio di chi li indossa. “I modelli più evoluti permettono di correggere la tendenza del ginocchio a spostarsi verso l’interno o l’esterno, ed è possibile far deambulare il paziente senza dolore.
Uno dei grandi impedimenti che affligge le persone affette da artrosi del ginocchio è la sensazione di perenne insicurezza nei movimenti. I tutori grazie alla loro azione contenitiva, stabilizzano il ginocchio e donano maggior sicurezza al paziente”.
I modelli Soft OA e Light OA consentono di controllare non solo l’instabilità ma anche il varismo e il valgismo.
Ottimo anche il rapporto qualità/prezzo.
Sono sempre più frequenti i casi fra chi non ha ancora compiuto i 50 anni. Il dr. Sergio Crimaldi, specialista in chirurgia ortopedica e traumatologia di Fondazione Humanitas, ci spiega perché è bene non sottovalutare i sintomi e l’importanza dei tutori ortopedici nel contrastare il dolore articolare.
Chi pensa che l’artrosi del ginocchio sia una patologia dovuta solo all’avanzare dell’età si sbaglia. I numeri parlano di milioni di italiani colpiti di cui la maggior parte over 60, ma le fila sempre più numerose dei pazienti al di sotto dei 50 anni suggeriscono che potrebbe non essere solo conseguenza dell’invecchiamento o dell’obesità.
“Anche se comunemente si pensa che l’artrosi del ginocchio dipenda unicamente da fattori esterni, oggi sappiamo che può dipendere da due grandi gruppi di cause: genetiche e ambientali”. - afferma il dr. Sergio Crimaldi, specialista in chirurgia ortopedica e traumatologia presso Fondazione Humanitas -“Le prime segnano una predisposizione all’insorgere della malattia, ed è proprio in questi casi che i sintomi iniziano a manifestarsi già in età giovanile o adulta.
Le cause ambientali invece comprendono tutti quei fattori esterni, come il peso corporeo o l’eccessiva sollecitazione del ginocchio, che vanno ad influenzare l’organismo. In questo caso la malattia si manifesta di norma in un’età più avanzata.
Cause genetiche e ambientali talvolta possono però apparire contemporaneamente, con prevalenza dell’una o dell’altra, determinando il profilo della malattia. Esistono cinque sottocategorie di atrosi del ginocchio e ciascuna prevede un trattamento specifico”.
L’artrosi del ginocchio è una patologia degenerativa cronica invalidante caratterizzata dal deterioramento della cartilagine e incide fortemente sulla qualità di vita del malato.
Tuttavia, proprio a causa della sua ordinarietà, la sua gravità è spesso sottovalutata e lo è anche la prevenzione. “è una malattia tendenzialmente evolutiva e proprio per questo è importante tener conto dei primi sintomi”. - puntualizza il dr. Crimaldi e continua - “L’impatto iniziale può essere minimo, nel senso che il soggetto artrosico può accusare piccoli impedimenti e fastidi che però non vanno trascurati perché, essendo la malattia cronica, possono portare nel tempo a serie difficoltà di deambulazione e quindi a una condizione di reale disabilità”.
Rigidità, dolore articolare e immobilità notturna sono i campanelli di allarme. Alle prime avvisaglie è buona norma rivolgersi a uno specialista per un’attenta valutazione clinica. “Tradizionalmente la diagnosi avviene tramite radiografia” - spiega il dr. Crimaldi - “Oggi però, sappiamo che la patologia può manifestarsi in un primo momento con stati di natura infiammatoria, e quindi anche la risonanza sta iniziando ad assumere un ruolo importante”.
L’approccio preventivo mira a contenere la progressione della malattia attraverso il controllo dell’alimentazione e dell’attività fisica, ma nella maggior parte dei casi si rendono necessarie terapie integrate e multidisciplinari tra specialista ortopedico e fisioterapista.
“Ciascun caso è a sé. Non esiste una terapia valida per tutti, ma una cura giusta per ogni caso specifico.” - sottolinea il dr. Crimaldi - “Per quanto riguarda la prevenzione, quando le cause sono genetiche ci è ancora impossibile intervenire, anche se si stanno facendo diversi passi avanti grazie alle terapie geniche”. E precisa: “In tutti i soggetti l’artrosi del ginocchio evolve con un’alterazione verso l’interno o verso l’esterno del ginocchio e si parla rispettivamente di ginocchio valgo e di ginocchio varo. Grande sollievo si ottiene agendo su questi assi, ripristinando il corretto allineamento della gamba. Nel contempo si rendono necessarie anche terapie farmacologiche a base di antinfiammatori o terapie fisioterapiche, che contribuiscono ad alleviare il dolore e al ripristino della mobilità”.
Un ausilio indispensabile al soggetto artrosico nella vita di tutti i giorni è rappresentato dai tutori ortopedici, come sottolinea il dr. Crimaldi: “Si tratta di un ottimo coadiuvante nel trattamento dell’artrosi del ginocchio proprio per quanto riguarda il riposizionamento della gamba e dell’articolazione”.
Modellati su misura e concepiti a garanzia di comfort, i tutori di ultima generazione contribuiscono a restituire il giusto supporto all’articolazione danneggiata, a beneficio di chi li indossa. “I modelli più evoluti permettono di correggere la tendenza del ginocchio a spostarsi verso l’interno o l’esterno, ed è possibile far deambulare il paziente senza dolore.
Uno dei grandi impedimenti che affligge le persone affette da artrosi del ginocchio è la sensazione di perenne insicurezza nei movimenti. I tutori grazie alla loro azione contenitiva, stabilizzano il ginocchio e donano maggior sicurezza al paziente”.
L’artrosi del ginocchio è una patologia degenerativa cronica invalidante caratterizzata dal deterioramento della cartilagine e incide fortemente sulla qualità di vita del malato.
Tuttavia, proprio a causa della sua ordinarietà, la sua gravità è spesso sottovalutata e lo è anche la prevenzione. “è una malattia tendenzialmente evolutiva e proprio per questo è importante tener conto dei primi sintomi”. - puntualizza il dr. Crimaldi e continua - “L’impatto iniziale può essere minimo, nel senso che il soggetto artrosico può accusare piccoli impedimenti e fastidi che però non vanno trascurati perché, essendo la malattia cronica, possono portare nel tempo a serie difficoltà di deambulazione e quindi a una condizione di reale disabilità”.
Rigidità, dolore articolare e immobilità notturna sono i campanelli di allarme. Alle prime avvisaglie è buona norma rivolgersi a uno specialista per un’attenta valutazione clinica. “Tradizionalmente la diagnosi avviene tramite radiografia” - spiega il dr. Crimaldi - “Oggi però, sappiamo che la patologia può manifestarsi in un primo momento con stati di natura infiammatoria, e quindi anche la risonanza sta iniziando ad assumere un ruolo importante”.
L’approccio preventivo mira a contenere la progressione della malattia attraverso il controllo dell’alimentazione e dell’attività fisica, ma nella maggior parte dei casi si rendono necessarie terapie integrate e multidisciplinari tra specialista ortopedico e fisioterapista.
“Ciascun caso è a sé. Non esiste una terapia valida per tutti, ma una cura giusta per ogni caso specifico.” - sottolinea il dr. Crimaldi - “Per quanto riguarda la prevenzione, quando le cause sono genetiche ci è ancora impossibile intervenire, anche se si stanno facendo diversi passi avanti grazie alle terapie geniche”. E precisa: “In tutti i soggetti l’artrosi del ginocchio evolve con un’alterazione verso l’interno o verso l’esterno del ginocchio e si parla rispettivamente di ginocchio valgo e di ginocchio varo. Grande sollievo si ottiene agendo su questi assi, ripristinando il corretto allineamento della gamba. Nel contempo si rendono necessarie anche terapie farmacologiche a base di antinfiammatori o terapie fisioterapiche, che contribuiscono ad alleviare il dolore e al ripristino della mobilità”.
Un ausilio indispensabile al soggetto artrosico nella vita di tutti i giorni è rappresentato dai tutori ortopedici, come sottolinea il dr. Crimaldi: “Si tratta di un ottimo coadiuvante nel trattamento dell’artrosi del ginocchio proprio per quanto riguarda il riposizionamento della gamba e dell’articolazione”.
Modellati su misura e concepiti a garanzia di comfort, i tutori di ultima generazione contribuiscono a restituire il giusto supporto all’articolazione danneggiata, a beneficio di chi li indossa. “I modelli più evoluti permettono di correggere la tendenza del ginocchio a spostarsi verso l’interno o l’esterno, ed è possibile far deambulare il paziente senza dolore.
Uno dei grandi impedimenti che affligge le persone affette da artrosi del ginocchio è la sensazione di perenne insicurezza nei movimenti. I tutori grazie alla loro azione contenitiva, stabilizzano il ginocchio e donano maggior sicurezza al paziente”.
I modelli Soft OA e Light OA consentono di controllare non solo l’instabilità ma anche il varismo e il valgismo.
Ottimo anche il rapporto qualità/prezzo.
Sono sempre più frequenti i casi fra chi non ha ancora compiuto i 50 anni. Il dr. Sergio Crimaldi, specialista in chirurgia ortopedica e traumatologia di Fondazione Humanitas, ci spiega perché è bene non sottovalutare i sintomi e l’importanza dei tutori ortopedici nel contrastare il dolore articolare.
Chi pensa che l’artrosi del ginocchio sia una patologia dovuta solo all’avanzare dell’età si sbaglia. I numeri parlano di milioni di italiani colpiti di cui la maggior parte over 60, ma le fila sempre più numerose dei pazienti al di sotto dei 50 anni suggeriscono che potrebbe non essere solo conseguenza dell’invecchiamento o dell’obesità.
“Anche se comunemente si pensa che l’artrosi del ginocchio dipenda unicamente da fattori esterni, oggi sappiamo che può dipendere da due grandi gruppi di cause: genetiche e ambientali”. - afferma il dr. Sergio Crimaldi, specialista in chirurgia ortopedica e traumatologia presso Fondazione Humanitas -“Le prime segnano una predisposizione all’insorgere della malattia, ed è proprio in questi casi che i sintomi iniziano a manifestarsi già in età giovanile o adulta.
Le cause ambientali invece comprendono tutti quei fattori esterni, come il peso corporeo o l’eccessiva sollecitazione del ginocchio, che vanno ad influenzare l’organismo. In questo caso la malattia si manifesta di norma in un’età più avanzata.
Cause genetiche e ambientali talvolta possono però apparire contemporaneamente, con prevalenza dell’una o dell’altra, determinando il profilo della malattia. Esistono cinque sottocategorie di atrosi del ginocchio e ciascuna prevede un trattamento specifico”.
L’artrosi del ginocchio è una patologia degenerativa cronica invalidante caratterizzata dal deterioramento della cartilagine e incide fortemente sulla qualità di vita del malato.
Tuttavia, proprio a causa della sua ordinarietà, la sua gravità è spesso sottovalutata e lo è anche la prevenzione. “è una malattia tendenzialmente evolutiva e proprio per questo è importante tener conto dei primi sintomi”. - puntualizza il dr. Crimaldi e continua - “L’impatto iniziale può essere minimo, nel senso che il soggetto artrosico può accusare piccoli impedimenti e fastidi che però non vanno trascurati perché, essendo la malattia cronica, possono portare nel tempo a serie difficoltà di deambulazione e quindi a una condizione di reale disabilità”.
Rigidità, dolore articolare e immobilità notturna sono i campanelli di allarme. Alle prime avvisaglie è buona norma rivolgersi a uno specialista per un’attenta valutazione clinica. “Tradizionalmente la diagnosi avviene tramite radiografia” - spiega il dr. Crimaldi - “Oggi però, sappiamo che la patologia può manifestarsi in un primo momento con stati di natura infiammatoria, e quindi anche la risonanza sta iniziando ad assumere un ruolo importante”.
L’approccio preventivo mira a contenere la progressione della malattia attraverso il controllo dell’alimentazione e dell’attività fisica, ma nella maggior parte dei casi si rendono necessarie terapie integrate e multidisciplinari tra specialista ortopedico e fisioterapista.
“Ciascun caso è a sé. Non esiste una terapia valida per tutti, ma una cura giusta per ogni caso specifico.” - sottolinea il dr. Crimaldi - “Per quanto riguarda la prevenzione, quando le cause sono genetiche ci è ancora impossibile intervenire, anche se si stanno facendo diversi passi avanti grazie alle terapie geniche”. E precisa: “In tutti i soggetti l’artrosi del ginocchio evolve con un’alterazione verso l’interno o verso l’esterno del ginocchio e si parla rispettivamente di ginocchio valgo e di ginocchio varo. Grande sollievo si ottiene agendo su questi assi, ripristinando il corretto allineamento della gamba. Nel contempo si rendono necessarie anche terapie farmacologiche a base di antinfiammatori o terapie fisioterapiche, che contribuiscono ad alleviare il dolore e al ripristino della mobilità”.
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