Cresce il numero degli incidenti sulle piste. In aumento anche le lesioni traumatiche.
I tutori, alleati nelle terapie conservative e nel post operatorio, aiutano a facilitare la ripresa e a sentirsi più sicuri.
L’inverno è alle porte e si avvicina la stagione degli sport sulla neve. Un appuntamento imperdibile per circa due milioni e mezzo di italiani, da vivere con buon senso e in sicurezza. Il rischio è di incorrere in spiacevoli traumi piuttosto frequenti e talvolta gravi, come testimoniano i numeri diffusi dall’Istituto Superiore della Sanità secondo cui, nel 2017, sono stati trenta mila gli infortuni da incidenti sulla neve nel nostro Paese. A rendere lo scenario più allarmante, i dati resi noti dagli Ortopedici Traumatologi Ospedalieri, che segnalano una crescita degli incidenti da sport invernali nel 2018, con un aumento del 15% delle distorsioni e delle fratture rispetto all’anno precedente, a cui si aggiunge un incremento significativo delle lesioni traumatiche. La diagnosi può essere amara. Cadute, distorsioni, contusioni, fratture, sono tra gli episodi più diffusi e non è solo questione di inesperienza. Se è vero che spesso chi è alle prime armi pecca di leggerezza, incoscienza e scarsa preparazione, allo stesso modo anche chi è a suo agio sulle piste rischia di strafare, sottostimando il pericolo.
Gli sport invernali rappresentano un divertimento assicurato per tutta la famiglia, ma che siano lo sci o lo snowboard, il pattinaggio sul ghiaccio o una corsa sullo slittino, è altrettanto vero che ciascuno di questi sport nasconde potenziali insidie. Anche il contesto in cui si svolge l’attività sportiva può essere determinante. L’affollamento delle piste, ad esempio, alimenta gli scontri e le collisioni tra sciatori e snowboarder. Anche le nuove tecnologie applicate alle attrezzature, se da un lato rendono più sicuri chi le indossa e consentono anche ai meno esperti di praticare l’attività sportiva con maggiore facilità, dall’altro possono esporci a situazioni impreviste. A ciò si aggiunge un dato: la maggior parte delle lesioni si verficano a fine giornata, quando i muscoli del corpo sono stati sollecitati, quando si è più stanchi e le difese si abbassano.
La fascia di età più colpita è quella compresa tra i 30 e i 50 anni, composta al 65% da uomini e al 35% da donne. Per quanto riguarda lo snowboard è l’intervallo tra i 15 e i 30 anni quello sottoposto al rischio maggiore per l’alta competitività. Quando si parla di traumi sugli sci, le parti del corpo più interessate sono le ginocchia, la spalla, il polso e l’articolazione tibiotarsica. La frattura della clavicola e la lesione del menisco, insieme alla rottura del legamento crociato e alla frattura del piatto tibiale, sono gli infortuni che si verificano con maggiore frequenza. In età avanzata si aggiunge anche la frattura del femore. Tra i più piccoli, i danni sono a carico di tibia e femore, mentre tra chi pratica lo snowboard sono in aumento le fratture vertebrali oltre ai più comuni traumi a braccia, polsi e spalla. Anche il pattinaggio e le passeggiate, attività spesso sottovalutate, nascondono una probabilità di caduta piuttosto alta.
Evitare di farsi male è possibile e la preparazione atletica è la chiave: dalla ginnastica presciistica, agli esercizi di allungamento svolti con costanza durante l’anno; dal riscaldamento al poteziamento muscolare, fino all’affrontare l’attività gradualmente. Sapere misurare i propri limiti rispetto alle difficoltà così come restare vigili, è il primo passo. Studiare le piste, conoscere e rispettare le regole e le precedenze, munirsi del corretto equipaggiamento, affrontare l’attività sportiva con prudenza, può aiutarci a preservare le nostre feste e, soprattutto, la nostra salute.
Rivolgersi allo specialista in caso di infortunio è sempre consigliabile. Effettuare una visita e una radiografia anziché protrarre nel tempo un dolore che può nascondere sorprese spiacevoli, è l’approccio più indicato. In alcuni casi, come di fronte alle lesioni legamentose più gravi, l’intervento chirurgico è l’unica soluzione percorribile, in altri, la terapia conservativa con gesso e tutori e la riabilitazione fisioterapica possono essere la risposta. In tale ambito, i tutori giocano un ruolo di alleati sia nella terapia conservativa, che nel post operatorio, facilitando la ripresa. Nel contempo, grazie alla sicurezza propriocettiva che infondono in chi li indossa, sono spesso utilizzati anche per rendere le performance più sicure, sia da parte di chi ha già sperimentato l’infortunio e adotta un atteggiamento preventivo, sia da parte di chi intende svolgere l'attività con maggiore controllo.
Cresce il numero degli incidenti sulle piste. In aumento anche le lesioni traumatiche.
I tutori, alleati nelle terapie conservative e nel post operatorio, aiutano a facilitare la ripresa e a sentirsi più sicuri.
L’inverno è alle porte e si avvicina la stagione degli sport sulla neve. Un appuntamento imperdibile per circa due milioni e mezzo di italiani, da vivere con buon senso e in sicurezza. Il rischio è di incorrere in spiacevoli traumi piuttosto frequenti e talvolta gravi, come testimoniano i numeri diffusi dall’Istituto Superiore della Sanità secondo cui, nel 2017, sono stati trenta mila gli infortuni da incidenti sulla neve nel nostro Paese. A rendere lo scenario più allarmante, i dati resi noti dagli Ortopedici Traumatologi Ospedalieri, che segnalano una crescita degli incidenti da sport invernali nel 2018, con un aumento del 15% delle distorsioni e delle fratture rispetto all’anno precedente, a cui si aggiunge un incremento significativo delle lesioni traumatiche. La diagnosi può essere amara. Cadute, distorsioni, contusioni, fratture, sono tra gli episodi più diffusi e non è solo questione di inesperienza. Se è vero che spesso chi è alle prime armi pecca di leggerezza, incoscienza e scarsa preparazione, allo stesso modo anche chi è a suo agio sulle piste rischia di strafare, sottostimando il pericolo.
Gli sport invernali rappresentano un divertimento assicurato per tutta la famiglia, ma che siano lo sci o lo snowboard, il pattinaggio sul ghiaccio o una corsa sullo slittino, è altrettanto vero che ciascuno di questi sport nasconde potenziali insidie. Anche il contesto in cui si svolge l’attività sportiva può essere determinante. L’affollamento delle piste, ad esempio, alimenta gli scontri e le collisioni tra sciatori e snowboarder. Anche le nuove tecnologie applicate alle attrezzature, se da un lato rendono più sicuri chi le indossa e consentono anche ai meno esperti di praticare l’attività sportiva con maggiore facilità, dall’altro possono esporci a situazioni impreviste. A ciò si aggiunge un dato: la maggior parte delle lesioni si verficano a fine giornata, quando i muscoli del corpo sono stati sollecitati, quando si è più stanchi e le difese si abbassano.
La fascia di età più colpita è quella compresa tra i 30 e i 50 anni, composta al 65% da uomini e al 35% da donne. Per quanto riguarda lo snowboard è l’intervallo tra i 15 e i 30 anni quello sottoposto al rischio maggiore per l’alta competitività. Quando si parla di traumi sugli sci, le parti del corpo più interessate sono le ginocchia, la spalla, il polso e l’articolazione tibiotarsica. La frattura della clavicola e la lesione del menisco, insieme alla rottura del legamento crociato e alla frattura del piatto tibiale, sono gli infortuni che si verificano con maggiore frequenza. In età avanzata si aggiunge anche la frattura del femore. Tra i più piccoli, i danni sono a carico di tibia e femore, mentre tra chi pratica lo snowboard sono in aumento le fratture vertebrali oltre ai più comuni traumi a braccia, polsi e spalla. Anche il pattinaggio e le passeggiate, attività spesso sottovalutate, nascondono una probabilità di caduta piuttosto alta.
Evitare di farsi male è possibile e la preparazione atletica è la chiave: dalla ginnastica presciistica, agli esercizi di allungamento svolti con costanza durante l’anno; dal riscaldamento al poteziamento muscolare, fino all’affrontare l’attività gradualmente. Sapere misurare i propri limiti rispetto alle difficoltà così come restare vigili, è il primo passo. Studiare le piste, conoscere e rispettare le regole e le precedenze, munirsi del corretto equipaggiamento, affrontare l’attività sportiva con prudenza, può aiutarci a preservare le nostre feste e, soprattutto, la nostra salute.
Rivolgersi allo specialista in caso di infortunio è sempre consigliabile. Effettuare una visita e una radiografia anziché protrarre nel tempo un dolore che può nascondere sorprese spiacevoli, è l’approccio più indicato. In alcuni casi, come di fronte alle lesioni legamentose più gravi, l’intervento chirurgico è l’unica soluzione percorribile, in altri, la terapia conservativa con gesso e tutori e la riabilitazione fisioterapica possono essere la risposta. In tale ambito, i tutori giocano un ruolo di alleati sia nella terapia conservativa, che nel post operatorio, facilitando la ripresa. Nel contempo, grazie alla sicurezza propriocettiva che infondono in chi li indossa, sono spesso utilizzati anche per rendere le performance più sicure, sia da parte di chi ha già sperimentato l’infortunio e adotta un atteggiamento preventivo, sia da parte di chi intende svolgere l'attività con maggiore controllo.
Cresce il numero degli incidenti sulle piste. In aumento anche le lesioni traumatiche.
I tutori, alleati nelle terapie conservative e nel post operatorio, aiutano a facilitare la ripresa e a sentirsi più sicuri.
L’inverno è alle porte e si avvicina la stagione degli sport sulla neve. Un appuntamento imperdibile per circa due milioni e mezzo di italiani, da vivere con buon senso e in sicurezza. Il rischio è di incorrere in spiacevoli traumi piuttosto frequenti e talvolta gravi, come testimoniano i numeri diffusi dall’Istituto Superiore della Sanità secondo cui, nel 2017, sono stati trenta mila gli infortuni da incidenti sulla neve nel nostro Paese. A rendere lo scenario più allarmante, i dati resi noti dagli Ortopedici Traumatologi Ospedalieri, che segnalano una crescita degli incidenti da sport invernali nel 2018, con un aumento del 15% delle distorsioni e delle fratture rispetto all’anno precedente, a cui si aggiunge un incremento significativo delle lesioni traumatiche. La diagnosi può essere amara. Cadute, distorsioni, contusioni, fratture, sono tra gli episodi più diffusi e non è solo questione di inesperienza. Se è vero che spesso chi è alle prime armi pecca di leggerezza, incoscienza e scarsa preparazione, allo stesso modo anche chi è a suo agio sulle piste rischia di strafare, sottostimando il pericolo.
Gli sport invernali rappresentano un divertimento assicurato per tutta la famiglia, ma che siano lo sci o lo snowboard, il pattinaggio sul ghiaccio o una corsa sullo slittino, è altrettanto vero che ciascuno di questi sport nasconde potenziali insidie. Anche il contesto in cui si svolge l’attività sportiva può essere determinante. L’affollamento delle piste, ad esempio, alimenta gli scontri e le collisioni tra sciatori e snowboarder. Anche le nuove tecnologie applicate alle attrezzature, se da un lato rendono più sicuri chi le indossa e consentono anche ai meno esperti di praticare l’attività sportiva con maggiore facilità, dall’altro possono esporci a situazioni impreviste. A ciò si aggiunge un dato: la maggior parte delle lesioni si verficano a fine giornata, quando i muscoli del corpo sono stati sollecitati, quando si è più stanchi e le difese si abbassano.
La fascia di età più colpita è quella compresa tra i 30 e i 50 anni, composta al 65% da uomini e al 35% da donne. Per quanto riguarda lo snowboard è l’intervallo tra i 15 e i 30 anni quello sottoposto al rischio maggiore per l’alta competitività. Quando si parla di traumi sugli sci, le parti del corpo più interessate sono le ginocchia, la spalla, il polso e l’articolazione tibiotarsica. La frattura della clavicola e la lesione del menisco, insieme alla rottura del legamento crociato e alla frattura del piatto tibiale, sono gli infortuni che si verificano con maggiore frequenza. In età avanzata si aggiunge anche la frattura del femore. Tra i più piccoli, i danni sono a carico di tibia e femore, mentre tra chi pratica lo snowboard sono in aumento le fratture vertebrali oltre ai più comuni traumi a braccia, polsi e spalla. Anche il pattinaggio e le passeggiate, attività spesso sottovalutate, nascondono una probabilità di caduta piuttosto alta.
Evitare di farsi male è possibile e la preparazione atletica è la chiave: dalla ginnastica presciistica, agli esercizi di allungamento svolti con costanza durante l’anno; dal riscaldamento al poteziamento muscolare, fino all’affrontare l’attività gradualmente. Sapere misurare i propri limiti rispetto alle difficoltà così come restare vigili, è il primo passo. Studiare le piste, conoscere e rispettare le regole e le precedenze, munirsi del corretto equipaggiamento, affrontare l’attività sportiva con prudenza, può aiutarci a preservare le nostre feste e, soprattutto, la nostra salute.
Rivolgersi allo specialista in caso di infortunio è sempre consigliabile. Effettuare una visita e una radiografia anziché protrarre nel tempo un dolore che può nascondere sorprese spiacevoli, è l’approccio più indicato. In alcuni casi, come di fronte alle lesioni legamentose più gravi, l’intervento chirurgico è l’unica soluzione percorribile, in altri, la terapia conservativa con gesso e tutori e la riabilitazione fisioterapica possono essere la risposta. In tale ambito, i tutori giocano un ruolo di alleati sia nella terapia conservativa, che nel post operatorio, facilitando la ripresa. Nel contempo, grazie alla sicurezza propriocettiva che infondono in chi li indossa, sono spesso utilizzati anche per rendere le performance più sicure, sia da parte di chi ha già sperimentato l’infortunio e adotta un atteggiamento preventivo, sia da parte di chi intende svolgere l'attività con maggiore controllo.
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