Le donne ne sono più colpite.
Anche l'utilizzo di
calzature inadatte può accentuare la problematica.
Cos'è l'alluce valgo, a cosa è dovuto e quali sono le cause della sua formazione?
L'alluce valgo è una deformità caratterizzata dall’incongruenza articolare della metatarso-falangea del 1° raggio, alluce abdotto valgo, più o meno grave, dove l'osso si deforma allargandosi e i tessuti molli periarticolari si ispessiscono. Diviene sintomatico per l'associarsi di borsiti e ipercheratosi, come sintomatico è il coinvolgimento delle dita minori. L'alluce valgo ha un’eziologia multifattoriale da cause intrinseche ed estrinseche, che spesso concomitano. Tra i fattori intrinseci vi sono la predisposizione genetica e le malformazioni congenite in cui l'alterazione biomeccanica che ne deriva, conduce più o meno precocemente alla formazione dell'alluce valgo. Ma anche patologie associate autoimmuni o neurologiche che, alterando le strutture anatomiche coinvolte, sviluppano la deformità. Tra i fattori estrinseci invece vi sono l’utilizzo di calzature inadatte, il peso e alcune attività lavorative e pratiche sportive. Infine, i problemi posturali o muscolari che possono essere di natura intrinseca o estrinseca.
Si stima che le donne siano più colpite, perché?
Le donne sono più colpite per fattori genetici, come dimostra la familiarità, e sicuramente influisce l'uso di calzature non congrue che accentuano la problematica predisponente. Tuttavia l'incidenza nel sesso maschile è statisticamente falsata: l'uomo, utilizzando calzature più comode, giunge più di rado all'osservazione medica.
Come si cura e in quali casi è necessario intervenire chirurgicamente?
Partiamo dal concetto che pur essendo vissuto dalle donne come un problema estetico, la prima metatarso- falangea ha un ruolo importantissimo dal punto di vista biomeccanico. Occorre quindi intervenire chirurgicamente se sintomatico o prima che la gravità della deformità alteri irreversibilmente le componenti articolari o contribuisca a deformare le altre dita.
Si può fare prevenzione sempre in relazione all'eziologia, utilizzando: calzature idonee (a pianta larga, ampia calzata, tomaia morbida, ben strutturate e contenitive, con tacco basato di almeno 2,5-3 cm), ortesi plantari (per correggere ad esempio una sindrome pronatoria. Quando il dolore è causato da una borsite, per evitare di ridurre lo spazio di calzata che può aggravare la problematica, il plantare deve essere realizzato a basso profilo). E infine i tutori, che vanno distinti tra quelli di protezione e quelli che tentano di ridurre la deformità. In questi ultimi, infatti, l'azione non si esplica sulla riduzione della deviazione metatarsale, ma solo sulla falange basale. Nei tutori di protezione è bene fare attenzione al materiale, in particolare d'estate è opportuno evitare l'utilizzo di materiale non traspirante direttamente sulla pelle in caso di borsite, poiché può determinare un’ulcerazione.
È consigliabile eseguire lo stretching delle strutture capsulo-legamentose che nella determinazione della patologia tendono a perdere l'elasticità e quindi aumentano la deformità; ed esercizi di rinforzo dei muscoli che possono contrastare la deformità.
Quali sono le principali tecniche chirurgiche?
La tecnica chirurgica deve essere scelta con attenzione in base all'eziologia. Noi chirurghi dobbiamo eseguire suture estetiche, ma soprattutto conoscere e saper eseguire più tecniche possibili, sia per intervenire sull'osso che sulle alterazioni capsulo-legamentose e scegliere la tecnica più idonea alla deformità che ci si presenta, riducendo al massimo i rischi chirurgici per il nostro paziente.
Come viene gestita la riabilitazione a seguito di un intervento?
La riabilitazione si pone l’obiettivo di ridurre l'edema, recuperare l'articolarità della MTF alluce attiva e passiva, rinforzare i muscoli estensore e soprattutto flessore lungo dell'alluce, il recupero del normale schema del passo, e dell'aspetto funzionale. I tempi variano a seconda del tipo di chirurgia, specie se la deformità è elevata e dobbiamo agire con osteotomie o altre tecniche definite prossimali.
Che azione svolgono i tutori ortopedici nel trattamento?
I tutori hanno la capacità di ridurre la sintomatologia algica stabilizzando l'articolazione e riducono la tensioni capsulo-legamentose con un effetto benefico sul dolore. Inibendo la spinta sulle dita minori, possono salvaguardare in parte la formazione della loro deformità. Dovrebbero, soprattutto, poter agire meccanicamente anche per ridurre la tendenza del 1° metatarso a varizzare.
FGP ha progettato il programma
Night&Day per l'alluce valgo:
quali sono le sue impressioni?
Ho una discreta esperienza reale
nell'uso del tutore FGP.
In particolare
il tutore day ha una buona capacità
di stabilizzazione associata ad una
buona vestibilità che gli permette di
essere utilizzato anche in scarpe con
calzata minore, ed è quindi ben tollerato.
Da sottolinearea anche l’effetto
positivo sulle parte delle strutture capsulo-legamentose.
Siamo il primo Paese in Europa ad aver approvato un piano specifico a partire dallo studio dell’influenza delle differenze biologiche, socio-economiche e culturali sullo stato di salute e di malattia di ogni persona. In ambito ortopedico la SIOT quest’anno ha istituito la Commissione Pari Opportunità e Medicina di Genere. Sul fronte salute: le donne vivono di più ma si ammalano più degli uomini.
LEGGI TUTTO >Le donne ne sono più colpite.
Anche l'utilizzo di
calzature inadatte può accentuare la problematica.
Cos'è l'alluce valgo, a cosa è dovuto e quali sono le cause della sua formazione?
L'alluce valgo è una deformità caratterizzata dall’incongruenza articolare della metatarso-falangea del 1° raggio, alluce abdotto valgo, più o meno grave, dove l'osso si deforma allargandosi e i tessuti molli periarticolari si ispessiscono. Diviene sintomatico per l'associarsi di borsiti e ipercheratosi, come sintomatico è il coinvolgimento delle dita minori. L'alluce valgo ha un’eziologia multifattoriale da cause intrinseche ed estrinseche, che spesso concomitano. Tra i fattori intrinseci vi sono la predisposizione genetica e le malformazioni congenite in cui l'alterazione biomeccanica che ne deriva, conduce più o meno precocemente alla formazione dell'alluce valgo. Ma anche patologie associate autoimmuni o neurologiche che, alterando le strutture anatomiche coinvolte, sviluppano la deformità. Tra i fattori estrinseci invece vi sono l’utilizzo di calzature inadatte, il peso e alcune attività lavorative e pratiche sportive. Infine, i problemi posturali o muscolari che possono essere di natura intrinseca o estrinseca.
Si stima che le donne siano più colpite, perché?
Le donne sono più colpite per fattori genetici, come dimostra la familiarità, e sicuramente influisce l'uso di calzature non congrue che accentuano la problematica predisponente. Tuttavia l'incidenza nel sesso maschile è statisticamente falsata: l'uomo, utilizzando calzature più comode, giunge più di rado all'osservazione medica.
Come si cura e in quali casi è necessario intervenire chirurgicamente?
Partiamo dal concetto che pur essendo vissuto dalle donne come un problema estetico, la prima metatarso- falangea ha un ruolo importantissimo dal punto di vista biomeccanico. Occorre quindi intervenire chirurgicamente se sintomatico o prima che la gravità della deformità alteri irreversibilmente le componenti articolari o contribuisca a deformare le altre dita.
Si può fare prevenzione sempre in relazione all'eziologia, utilizzando: calzature idonee (a pianta larga, ampia calzata, tomaia morbida, ben strutturate e contenitive, con tacco basato di almeno 2,5-3 cm), ortesi plantari (per correggere ad esempio una sindrome pronatoria. Quando il dolore è causato da una borsite, per evitare di ridurre lo spazio di calzata che può aggravare la problematica, il plantare deve essere realizzato a basso profilo). E infine i tutori, che vanno distinti tra quelli di protezione e quelli che tentano di ridurre la deformità. In questi ultimi, infatti, l'azione non si esplica sulla riduzione della deviazione metatarsale, ma solo sulla falange basale. Nei tutori di protezione è bene fare attenzione al materiale, in particolare d'estate è opportuno evitare l'utilizzo di materiale non traspirante direttamente sulla pelle in caso di borsite, poiché può determinare un’ulcerazione.
È consigliabile eseguire lo stretching delle strutture capsulo-legamentose che nella determinazione della patologia tendono a perdere l'elasticità e quindi aumentano la deformità; ed esercizi di rinforzo dei muscoli che possono contrastare la deformità.
Quali sono le principali tecniche chirurgiche?
La tecnica chirurgica deve essere scelta con attenzione in base all'eziologia. Noi chirurghi dobbiamo eseguire suture estetiche, ma soprattutto conoscere e saper eseguire più tecniche possibili, sia per intervenire sull'osso che sulle alterazioni capsulo-legamentose e scegliere la tecnica più idonea alla deformità che ci si presenta, riducendo al massimo i rischi chirurgici per il nostro paziente.
Come viene gestita la riabilitazione a seguito di un intervento?
La riabilitazione si pone l’obiettivo di ridurre l'edema, recuperare l'articolarità della MTF alluce attiva e passiva, rinforzare i muscoli estensore e soprattutto flessore lungo dell'alluce, il recupero del normale schema del passo, e dell'aspetto funzionale. I tempi variano a seconda del tipo di chirurgia, specie se la deformità è elevata e dobbiamo agire con osteotomie o altre tecniche definite prossimali.
Che azione svolgono i tutori ortopedici nel trattamento?
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